Cenacolo di Dicembre 2024
Pier Giorgio Frassati, chiamato alla Vita
Carissimi, in questo mese che ci prepara al Natale guardiamo alla testimonianza che Pier Giorgio Frassati ha dato con le scelte della sua vita e andando incontro a Cristo attraverso la sua morte prematura. L’avvento che viviamo serva a noi cristiani a ricordarci il momento in cui incontreremo Cristo al termine della nostra vita e, con Lui, vivremo per sempre da risorti. Nei giorni passati il Papa ha annunciato che la canonizzazione di Pier Giorgio sarà il 3 agosto 2025 durante il Giubileo dei giovani. Ci prepariamo ad entrare nell’anno giubilare che inizierà proprio la sera della vigilia di Natale. Attraverso il Presepe vivente del 24 dicembre al parco del Ponsati, anche noi vogliamo attraversare la soglia della speranza nell’incontro con il Dio vicino. Buon incontro! don Alessandro
Iniziamo con il Segno di croce. Lasciamo almeno un minuto di silenzio per entrare nella preghiera.
INNO – Verso l’alto
Cerco solo Verità per poterTi amare e non vivere a metà le giornate mie.
Perché meglio di così non potrebbe andare se il futuro resta lì nelle mani Tue.
E trovare ogni mattina dentro il Pane la presenza Tua mio Dio e respirare un «così sia», è aprire la via…
Verso l’alto, controvento, salgo dal tempo all’eternità.
Passo dopo passo, con un sì mi arrendo al tuo Amore che vita mi dà.
Verso l’alto, verso l’alto, ora, verso l’alto, ancora. Verso l’altro, verso l’altro, ora, ancora…
Tu sei luce dentro il pianto di chi non ha niente, con chi soffre io rallento perché Tu sei lì.
La fatica, sì, la sento ma sei sorprendente: negli amici e nella gente io ritrovo Te.
Ed in chiesa ogni mattina ad ascoltare la Parola Tua, mio Dio, da respirare, da cantare nel mondo perché…
Verso l’alto, controvento, salgo dal tempo all’eternità.
Passo dopo passo, con un sì mi arrendo al tuo Amore che vita mi dà. (bis)
Verso l’alto, verso l’alto, ora, verso l’alto, ancora, verso l’altro, verso l’altro, ora, ancora…
Verso l’alto, controvento, salgo dal tempo all’eternità.
Passo dopo passo, con un sì mi arrendo al tuo Amore che vita mi dà.
Verso l’alto, verso l’alto, ora, verso l’alto, ancora, verso l’altro, verso l’altro, ora, ancora… (bis)
Nell’Amore che vita ci dà (verso l’alto ora).
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». [Parola del Signore]
Vita di Pier Giorgio: nella Chiesa, sui monti e verso il traguardo
Il 14 maggio 1922 Pier Giorgio aderisce al circolo Milites Mariae della Gioventù di Azione cattolica presso la parrocchia della Beata Vergine delle Grazie. L’appartenenza di Pier Giorgio alla Gioventù di Azione cattolica rispondeva pienamente alla sua idea di vocazione, di vivere cioè da laico nella Chiesa. Già prima del Concilio Vaticano Il, infatti, essere di Ac era un modo concreto per vivere nella Chiesa da laici protagonisti, a servizio della gerarchia ec-clesiastica, ma al contempo con la capacità di esprimere pienamente la propria ministerialità laicale.
Appena iscritto al Politecnico, nel 1919 aderisce nella Fuci al circolo Cesare Balbo: per lui, infatti, l’appartenenza alla Fuci è stato un modo concreto per testimoniare la propria fede nell’università, anche con le difficoltà di un contesto di certo non favorevole né benevolo. Pier Giorgio è appartenuto a molte altre associazioni ecclesiali, e in questo ha voluto servire la Chiesa attraverso i diversi carismi che esse portavano avanti. Ha frequentato associazioni dedite alla preghiera e alla riflessione spirituale, così come associazioni più impegnate nel sociale.
La scelta di entrare nel terz’ordine domenicano, con il nome di fra Girolamo, ispirato alla figura del Savonarola, testimonia la sua volontà di approfondire in modo autentico la Parola di Dio, essendo affascinato dal carisma dei predicatori. Il nome che egli assume, con la sua promessa da terziario, racconta bene la determinazione e l’intransigenza di Pier Giorgio, prima di tutto con se stesso. Girolamo Savonarola, infatti, fu processato e condannato al rogo nel 1498 per le sue idee considerate troppo radicali, e solo dopo molti secoli fu riabilitato.
Piemontese, Pier Giorgio lo è anche per il suo amore per la montagna. La tripla invocazione entusiasta non inganna: «Montagne. Montagne. Montagne. lo vi amo». Eccelle in molti sport: gioca a pallone, nuota alla perfezione, rema come un professionista, sa cavalcare molto bene. Ma la montagna è la preferita. Ha otto anni quando compie la prima gita alpinistica. Le sue lettere evocano sovente le gioie della montagna. Per lui la montagna è anche un’esperienza di purificazione, una sorgente di meraviglie che fa scaturire in lui una preghiera di lode. È anche occasione per vivere la carità perché vi porta amici che senza il suo aiuto non si sarebbero mai avvicinati ad essa.
La vita di Pier Giorgio prosegue così, stretta fra tanti interessi, fra diversi ambiti, ma in nessuno di questi si ritrova per caso. Tutti gli aspetti della sua vita hanno un’unica origine: l’amore per Cristo e il profondo desiderio di vivere da cristiano autentico.
Alla fine del giugno 1925 in casa Frassati la nonna di Pier Giorgio, Giuseppina Ametis, ha un peggioramento delle condizioni di salute e viene a mancare il 2 luglio. In quello stesso periodo Pier Giorgio inizia a sviluppare inappetenza e a sentirsi male. Nei giorni successivi non si alza dal letto, neanche per partecipare alle esequie della nonna, e solo a quel punto dopo aver sentito il parere dei medici immediatamente convocati, i genitori si rendono conto della gravità della malattia del figlio: si trattava, infatti, di poliomielite fulminante, una malattia che si contraeva laddove le condizioni igienico-sanitarie erano scarse o assenti, proprio quei luoghi dove il beato Pier Giorgio si recava spesso per aiutare i poveri.
I genitori erano concentrati sulla malattia della nonna e il giovane non voleva disturbare, ma quando la madre gli chiede di alzarsi, lui risponde: «Mamma, non posso più». A quel punto, ormai, la situazione si era aggravata in modo irreversibile. Quando il vicecurato della parrocchia Beata Vergine delle Grazie va a trovare Pier Giorgio a casa, gli chiede: «Giorgio, e se la nonna ti chiamasse in Paradiso?». Lui risponde: «Oh, come sarei contento!». Il giovane infatti, aveva detto a un amico che il giorno della sua morte sarebbe stato il giorno più bello: non certo perché non amasse la vita, ma perché guardava alla meta di quell’incontro con Cristo, che era il centro della sua esistenza.
Il giorno prima di morire Pier Giorgio si fa portare un biglietto sul quale, con la mano tremante scrive a un confratello della San Vincenzo: «Ecco le iniezioni di Converso, la polizza è di Sappa. L’ho dimenticata, rinnovala a mio conto». Questa è l’ultima lettera del ricco epistolario di Pier Giorgio, la più breve, ma forse la più significativa: egli aveva infatti promesso di pagare una polizza per un suo assistito e di comprare delle iniezioni per un altro, e non voleva che questo impegno venisse dimenticato con il tragico evento della sua morte. Questo scritto ci dice, da un lato, la concretezza di Pier Giorgio e, dall’altro, il suo profondo senso di carità, tanto forte da mettere in primo piano i bisogni del prossimo, rispetto alla propria sofferenza e alla morte imminente.
Il giorno del funerale di Pier Giorgio è riconosciuto come un primo segno della sua santità. La chiesa della Beata Vergine delle Grazie, infatti, era stracolma di gente: erano presenti gli amici di sempre, i giovani dell’Azione cattolica e della San Vincenzo, gli amici di famiglia, ma, soprattutto, una grande quantità di poveri. Questa presenza enorme di persone, tutte addolorate per la morte di un amico, rende evidente la grandezza di Pier Giorgio e fa nascere, da lì a poco, una grande devozione e ammirazione nei suoi confronti.
Riflessione (lasciare almeno 10 minuti di silenzio) e condivisione: Cosa mi ha colpito di questa parte della vita di Pier Giorgio? Qual è il mio modo di stare nella comunità cristiana? Quali sono e come vivo le mie passioni? Ho la consapevolezza che la mia vita è orientata verso Dio? Mi capita di pensare al traguardo della mia esistenza? Come mi pongo davanti al mistero della morte corporale? Che cosa mi ha segnato se ho accompagnato qualcuno alla vita eterna? Ho avuto segnali che mi hanno dato speranza?
Decina del rosario: Padre nostro (insieme), 10 Ave Maria con intenzioni e Gloria al Padre.
Preghiamo con la preghiera del Giubileo:
Padre che sei nei cieli, la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi, la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi dei semi evangelici che lievitino l’umanità e il cosmo, nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova, quando vinte le potenze del Male, si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza, l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero la gioia e la pace del nostro Redentore.A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli. Amen
Segno di croce che conclude la preghiera.