I Cenacoli

Cenacolo di Maggio 2024

Solo Dio, è autorizzato a svegliarmi!

Carissimi, siamo giunti al termine del percorso di quest’anno dei Cenacoli e del libro che abbiamo letto insieme. Lo facciamo in questo tempo di festa intorno a Pentecoste che vede la presenza del nostro Arcivescovo per confermarci nella fede e benedire la vita della nostra comunità, che ha restaurato il tempio ma deve sempre restaurare i rapporti umani e la sua identità di popolo amato da Dio. La storia di Oscar giunge al suo epilogo nella consapevolezza che la vita, breve o lunga che sia, è un cammino verso la pienezza. È una strada che viaggia verso la resurrezione, che è il ridestarci definitivo alla vita in Dio. Buon incontro!                                                                                           

don Alessandro

Iniziamo con il Segno di croce. Lasciamo almeno un minuto di silenzio per entrare nella preghiera.

INNO – Re dei Re (RnS) www.youtube.com/watch?v=F7iy6lIVNRI

Hai sollevato i nostri volti dalla polvere, le nostre colpe hai portato su di te

Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi, per amore…

Figlio dell’Altissimo, povero tra i poveri, vieni a dimorare tra noi

Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli, vieni nella tua maestà!

Re dei re, i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano Re dei re.

Luce degli uomini, regna col tuo amore tra noi, noi, noi, noi.

Ci hai riscattati dalla stretta delle tenebre perché potessimo glorificare te

Hai riversato in noi la vita del tuo Spirito, per amore… Figlio dell’Altissimo…

Tua è la gloria per sempre, Tua è la gloria per sempre, Gloria, gloria, Gloria, gloria!

Dall’Apocalisse di San Giovanni (Ap 21,1-7)

Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.                             [Parola di Dio]

La fine della storia o il fine della storia (Eric-Emmanuel Schmitt)

Caro Dio, grazie di essere venuto. Sei arrivato proprio al momento giusto, perché non stavo bene. Mi ero anche chiesto se non ti fossi un po’ offeso per la mia lettera di ieri… Quando mi sono svegliato ho pensato che avevo novant’anni e mi sono girato verso la finestra per guardare la neve. In quel momento ho capito che stavi venendo. Era mattina. Ero solo sulla Terra. Era talmente presto che gli uccelli dormivano ancora e persino la signora Ducru, l’infermiera della notte, doveva essersi addormentata mentre tu cercavi di fabbricare l’alba. Era difficile, ma non ti perdevi d’animo. Il cielo impallidiva. Gonfiavi l’aria di bianco, di grigio, di azzurro, respingevi la notte, ridavi vita al mondo. Non ti fermavi, e lì ho capito la differenza tra te e noi: tu sei l’essere infaticabile! Quello che non si stanca mai. Sempre al lavoro. Ed ecco a voi il giorno! Ecco la notte! Ecco la primavera! Ecco l’inverno! Ecco Peggy Blue! Ecco Oscar! Ecco Nonna Rose! Che salute! 

Ho capito che c’eri, che mi dicevi il tuo segreto: guarda ogni giorno il mondo come se fosse la prima volta. Così ho seguito il tuo consiglio e mi sono applicato a farlo. Era la prima volta. Contemplavo la luce, i colori, gli alberi, gli uccelli, gli animali. Odoravo l’aria che mi passava nelle narici e mi faceva respirare. Sentivo le voci che arrivavano dal corridoio come dalla volta di una cattedrale. Mi scoprivo vivo. Rabbrividivo di gioia pura. Felicità di esistere. Ero pieno di meraviglia. Grazie, Dio, di aver fatto questo per me. Avevo la sensazione che tu mi prendessi per mano e mi conducessi al cuore del mistero a contemplare il mistero. Grazie. A domani. Baci, Oscar 

P.S. Il desiderio: vorrei che tu facessi questa magia della prima volta anche ai miei genitori. Nonna Rose credo che la conosca. E anche a Peggy, se hai tempo…

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Caro Dio, oggi ho cento anni. Come Nonna Rose. Dormo tanto, ma mi sento bene. Ho cercato di spiegare ai miei che la vita è un regalo strano. Da principio la si sopravvaluta, si crede di aver ricevuto la vita eterna. Poi si sottovaluta, la troviamo marcia, troppo corta, si è quasi pronti a buttarla via. Alla fine ci si rende conto che non è un regalo, ma un prestito. Allora si cerca di meritarselo. Ho cent’anni, so di cosa parlo. Più si invecchia, più è necessario avere gusto per apprezzare la vita. Bisogna diventare raffinati, artisti. Qualsiasi imbecille può gioire della vita a dieci o a vent’anni, ma a cento, quando non si riesce più a muoversi, bisogna usare l’intelligenza. Non so se li ho convinti. Vai a trovarli. Finisci il lavoro. Io sono un po’ stanco. A domani. Baci, Oscar

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Caro Dio, centodieci anni. Sono parecchi. Mi sa che sto cominciando a morire. Oscar

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Caro Dio, il bambino è morto. Continuerò a essere una dama rosa ma non sarò più Nonna Rose. Lo ero solo per Oscar. Si è spento stamattina, nella mezz’ora in cui io e i suoi genitori siamo andati a prendere un caffè. L’ha fatto senza di noi. Credo che abbia aspettato quel momento per risparmiarci, come se avesse voluto evitarci la violenza di vederlo scomparire. In realtà era lui a vegliare su di noi. Ho il cuore gonfio e pesante. Dentro ci abita Oscar e non riesco a mandarlo via. Devo tenermi ancora un po’ le lacrime, fino a stasera, perché non voglio paragonare la mia pena a quella, incolmabile, dei suoi genitori. 

Ti ringrazio di avermi fatto conoscere Oscar. Grazie a lui sono stata buffa, ho inventato leggende, sono diventata persino un’esperta di wrestling. Grazie a lui ho riso e conosciuto la gioia. Mi ha aiutato a credere in te. Sono piena d’amore, mi arde dentro, me ne ha dato talmente che mi durerà per tutti gli anni a venire. A presto, Nonna Rose

P.S. Negli ultimi tre giorni Oscar aveva messo sul comodino un cartello. Credo che ti riguardi. C’era scritto: “Solo Dio è autorizzato a svegliarmi”.

Riflessione (lasciare almeno 10 minuti di silenzio) e condivisione: Quando ho avuto la percezione che Dio ha qualcosa da dirmi e da darmi? Qual è il segreto che mi comunica? Riesco anche io a guardarmi intorno e percepire l’impronta del suo passaggio? Cosa desidero di bello per le persone che mi sono care? Mi rendo conto  che la vita mi è stata data in prestito? Quale dono di intelletto devo chiedere allo Spirito Santo? Quanti grazie devo dire in questa stagione della mia esistenza? Quali sono le persone che mi hanno fatto gustare la gioia della vita e mi hanno fatto maturare? Sono capace ad aprire il cuore all’attesa che mi sorprenderà arrivato alla fine (o al fine?!) di questi miei giorni?

Decina del rosario: Padre nostro (insieme), 10 Ave Maria con intenzioni e Gloria al Padre.

Preghiamo con questa preghiera/riflessione del Card. Anastasio Ballestrero: 

Quale sarà il mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo.

Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?

Tu fai cose inaspettate, gloriose. Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza. Importante è trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi.

E io, per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della tua gloria. 

San Francesco, prega per noi!

Segno di croce che conclude la preghiera.